Camminavo per la strada con la morte nel cuore e gli occhi pieni di lacrime. Mi chiedevo che razza di vita fosse la mia: mi alzavo presto tutte le mattine, mangiavo di corsa un abbozzo di colazione, correvo al lavoro, il pomeriggio tornavo a casa stanco… e poi? Era tutta qui la vita? Avevo una moglie che mi voleva bene, un bambino appena nato, una casa accogliente, un lavoro sicuro, eppure tutto questo non mi bastava. Non cercavo ricchezze o macchine di lusso. Io cercavo la mia origine, il mio Creatore, per conoscere lo scopo e il senso della mia vita. Ma non sapevo né come né dove trovarlo. Un giorno, mentre leggevo la Bibbia, fui colpito dall’insistenza di Gesù sulla necessità di ricevere lo Spirito Santo. Già, ma come si faceva a riceverlo? I pastori della mia chiesa non lo sapevano nemmeno loro. Devi pregare, mi dicevano. Pregavo, ma non succedeva nulla. Nessun cambiamento. Niente.
Fu così che decisi di intraprendere la via dello yoga. Pensavo che quelle antiche tecniche orientali avrebbero potuto farmi trovare la strada che portava a Dio. Un’illusione, questa, suscitata anche dalla parola yoga che in sanscrito significa “unione con Dio”. Purtroppo non sapevo che l’Iddio della Bibbia non aveva nulla, ma proprio nulla, a che fare con il dio dello yoga. Mi dedicai a quella dura disciplina per ben dieci anni. Tuttavia in me non cambiava nulla. Praticavo con tutte le mie forze l’autodominio, ma in me c’era una tale aggressività che avrei potuto uccidere un cane con un solo pugno. Fu una grande delusione e alla fine lasciai tutto.