Dalla falla del reattore di Cernobyl continuava ad uscire materiale radioattivo che contaminava la natura e le persone. La gente si ammalava e moriva. Il prezzo che si cominciava a pagare in termini ecologici e di vite umane era altissimo. Bisognava assolutamente disattivare il reattore e poi seppellirlo sotto una montagna di cemento armato. Degli uomini coraggiosi, di fronte al pericolo di una ecatombe, si offrirono volontari e, indossate delle tute che non sarebbero servite a nulla, penetrarono nella centrale nucleare e spensero il reattore che, nei giorni che seguirono, fu sepolto sotto una montagna di cemento.
Quegli uomini oscuri, quegli eroi di cui pochi ricordano i nomi, poco dopo morirono tutti. Avevano sacrificato la propria vita per salvare quella di migliaia, se non di milioni, di persone. Perché lo avevano fatto? Che cosa li ha spinti a tanto? È stato l’amore. L’amore per il proprio paese, per i figli, per i propri cari che rischiavano una fine lenta e dolorosa. In seguito al peccato, il mondo era perduto, condannato a morte e in balia del male. Chi lo avrebbe salvato? Chi avrebbe chiuso la porta del peccato? Chi avrebbe spezzato le catene del male? Ci voleva un eroe che volontariamente fosse disposto a sacrificare la propria vita per salvare l’umanità da una fine certa. Quell’eroe è stato Gesù. Gesù si è spogliato della gloria e della divinità che aveva in cielo, si è fatto uomo ed è venuto sulla terra per chiudere nel cuore degli uomini la porta del male, per prendere su di sé tutte le nostre colpe e darci il perdono, per subire lui, innocente e senza peccato, il nostro castigo. È venuto sulla terra sapendo che, per salvare l’umanità, avrebbe dovuto sacrificare la propria vita e morire di una morte orribile. Ma lo ha fatto! Perché? Che cosa lo ha spinto a tanto? È stato l’amore. L’amore per questa umanità, per tutta quella gente che, contaminata dalle “radiazioni” del male, sarebbe morta per l’eternità e senza speranza.