Un giorno alcuni scribi e farisei portarono davanti a Gesù una donna colta in flagrante adulterio e, per tendergli una trappola, gli chiesero: “Rabbi, questa donna è stata còlta in flagrante adulterio. Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?” Gv. 8:4,5
Per tutta risposta Gesù fece una cosa che lascia interdetti i non ebrei, ma che per un ebreo ha un significato chiaro e preciso: si mise a scrivere con il dito per terra. Che cosa abbia scritto nessuno lo sa. Però possiamo sapere il significato di quel gesto profondamente ebraico. Ad un ebreo è severamente proibito scrivere di sabato su qualsiasi cosa che lasci una traccia permanente, come, ad esempio, un papiro, un pezzo di pelle,  una tavoletta di legno o, ai nostri tempi, un foglio di carta. Gli è permesso però di scrivere sulla rena di un fiume o sulla sabbia del mare, dove il movimento dell’acqua prima o poi cancella quanto è stato scritto; o sulla terra, dove il calpestio degli animali e della gente o il soffiare del vento confondono ogni cosa. Però, quando Gesù ha compiuto quel gesto, non era sabato. Se fosse stato sabato non gli avrebbero portato quella donna. Di sabato, infatti, non si poteva pronunciare sentenze o eseguire condanne a morte. Gesu, scrivendo sulla polvere, dice loro: oggi è sabato. Egli, in pratica, eleva la condotta del sabato ad esempio di come ci si deve condurre ogni giorno della nostra vita verso il prossimo. Di sabato non si può uccidere? Non dovete uccidere mai. Di sabato siete gentili e caritatevoli? Dovete esserlo sempre. Di sabato vi trattenete dal fare il male o dall’usare violenza? Fatelo tutti i giorni.