Vi ricordate di Cernobyl? Penso proprio di sì. Tutti i giornali ne parlarono. Alla fine degli anni ottanta, nella città di Cernobyl, si verificò un gravissimo incidente ad un reattore nucleare. La fuoriuscita di radiazioni colpì piante, animali ed esseri umani nell’area di decine di chilometri. Non solo. Dal reattore si sprigionò una nube radioattiva che, sospinta dai venti, raggiunse quasi ogni paese del mondo.
Intanto a Cernobyl la situazione si era fatta drammatica, la contaminazione era altissima e la gente cominciava a morire. Oggi, gran parte di quella regione è inabitabile e tale resterà per decine, se non per centinaia, di anni.
Migliaia di anni fa, sulla terra, nel giardino dell’Eden, ebbe luogo un’immane catastrofe i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. La prima umanità, quella creata libera e felice, quella che godeva della presenza e dell’amore di Dio, disubbidì, sospinta dalle lusinghe del diavolo, a quanto il Signore aveva stabilito per il suo bene e aprì una porta che doveva restare chiusa. La contaminazione fu tale che gli esseri generati dalla prima coppia nacquero vulnerabili e con una forte tendenza al male e al peccato.
Separata da Dio, sola su un pianeta vagante intorno ad una stella, l’umanità era destinata, esaurita la sua breve esistenza, a incontrare la morte eterna, generazione dopo generazione. Ma un padre pieno d’amore non può abbandonare il figlio che ha sbagliato e lasciarlo al suo destino senza fare nulla. Per questo Dio ha ideato un piano per salvarci e liberarci dal male, dalla morte e dagli inganni del diavolo, un piano per cancellare la nostra colpa e riconciliarci con sé, un piano per il quale ha pagato un prezzo altissimo.